Diario da Gaza 9

“Quello che fa infuriare gli israeliani è che Hamas sia ancora lì”

Rami Abu Jamous scrive il suo diario per Orient XXI.. Giornalista fondatore di GazaPress, un’agenzia di stampa che forniva aiuto e traduzioni ai giornalisti occidentali, Rami ha dovuto lasciare il suo appartamento a Gaza con la moglie e il figlio Walid di due anni e mezzo. Ora condivide un appartamento con due camere da letto con un’altra famiglia. Nel suo diario, racconta la sua vita quotidiana e quella degli abitanti di Gaza a Rafah, bloccati in questa enclave miserabile e sovraffollata. Questo spazio è dedicato a lui.

Un operaio smista sacchi di farina durante la distribuzione degli aiuti umanitari. Gaza, 17 marzo 2024.
AFP

Giovedì 23 marzo 2024.

Nei giorni scorsi, tre dirigenti di Hamas sono stati uccisi dall’esercito israeliano. Uno a Gaza, uno a Nuseirat, nel centro della Striscia e il terzo nel norda. Tutti e tre erano incaricati di gestire il coordinamento dei camion di aiuti umanitari che entrano dal confine egiziano a Rafah fino al nord della Striscia, passando per Gaza.

La data del loro omicidio non è casuale. Circa cinque giorni prima, due convogli erano riusciti a raggiungere Gaza e il nord della Striscia, consegnando il loro carico di farina nei depositi dell’Unrwa a Jabaliya. Quei convogli umanitari provenienti dall’Egitto non avevano subito attacchi.

Perché non c’erano stati problemi? Perché Hamas aveva schierato i suoi uomini, la maggior parte dei quali armati di bastoni, lungo la strada Salah al-Din. Altre volte, l’organizzazione aveva diramato un comunicato in cui diceva di non accalcarsi o di non bloccare i camion, soprattutto nella cosiddetta rotonda Kuwait, proprio dove sono stati attaccati i camion degli aiuti umanitari e l’esercito israeliano ha aperto il fuoco sulla folla. Gli uomini schierati – per lo più dei giovani –non erano poliziotti, ma militanti di Hamas. Per due giorni, si sono alternati, senza intoppi, due convogli di aiuti. Il terzo giorno, gli israeliani li hanno bombardati.

Quel giorno ci sono stati oltre venti morti. Dopodiché, l’esercito israeliano ha ucciso i tre uomini. Il primo nell’ospedale Al-Shifa, il secondo in un’auto a Nuseirat e il terzo – così credo – vicino a un deposito dell’Unrwa. Per quale motivo? Perché gli uomini di Hamas stavano organizzando la protezione dei convogli via terra. La loro efficienza non è piaciuta agli israeliani. Il passaggio senza problemi dei camion minacciava di mandare a monte il loro piano di portare aiuti umanitari via mare, smentendo così la propaganda che vuole che sia “Hamas a dirottare gli aiuti”.

Per comprendere le ragioni, è importante sapere che nel nord della Striscia la situazione è ancora peggiore che nel sud. C’è una enorme carestia tra le circa 400.000 persone che non sono fuggite a sud come aveva invitato a fare l’esercito israeliano. Il motivo per cui gli israeliani vogliono impedire che gli aiuti umanitari arrivino dal sud, è perché vogliono separare definitivamente le due parti della Striscia, lasciando il sud all’Egitto e creando nel nord una zona cuscinetto sotto la loro amministrazione. Ecco perché Israele sta cercando di organizzare il caos per far passare l’idea che sia impossibile far arrivare aiuti via terra da sud a nord per le irregolarità e gli attacchi.

Quello che fa infuriare gli israeliani è che Hamas sia ancora lì, che sia ancora un’organizzazione potente in grado di risolvere la questione dei saccheggi.

La realtà è che gli israeliani vogliono fare affidamento sulle “grandi famiglie” di Gaza, diventate nel tempo una sorta di clan mafioso e che, all’inizio, erano riuscite ad attaccare i convogli di aiuti umanitari. La reazione di Hamas è stata molto forte. Si parla dell’esecuzione di tredici membri di uno di questi clan, ma su questo tornerò nelle prossime pagine del mio diario per Orient XXI.

Dopo l’uccisione dei tre responsabili della protezione dei convogli umanitari, cosa può succedere? Hamas troverà senza dubbio una soluzione. È un movimento molto ben organizzato, dalla base fino ai vertici, con una precisa gerarchia. E la sua dimensione religiosa assicura una grande lealtà verso i capi e l’intero movimento.

Ma davvero gli israeliani credono alla loro propaganda quando sostengono che Hamas verrà presto eliminato? Se è così, per quale motivo stanno negoziando con loro al Cairo? È impossibile sradicare Hamas da un giorno all’altro. Come minimo, l’esercito israeliano dovrà occupare la Striscia di Gaza per almeno due o tre anni per raggiungere un simile obiettivo.