Focus Gaza-Israele

“Non ci importa più se qualcuno ci ama”

Samer Abu Hawwash è un poeta palestinese nato in Libano nel 1972 da una famiglia di rifugiati palestinesi di Haifa. La poesia, che Orient XXI pubblica qui per la volta in traduzione italiana, è stata scritta “in un momento di dolore, e con la consapevolezza che il mondo intero abbia ormai abbandonato Gaza”. A Gaza, in media, viene ucciso un bambino palestinese ogni dieci minuti (e due vengono feriti), come denuncia su X l’ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra.

Rafah, 31 ottobre 2023.
Mohammed Abed/AFP

Non ci importa più
Se qualcuno ci ama
Ci basta essere amati
dal sommo arcangelo
Nel suo cielo incontaminato

I nostri figli lo intravedono in lontananza
Con le mani unite
A formare un cuore
E così gli sorridono

Le nostre donne lo vedono
Sventolare un ramoscello di gelsomino bianco
E così chiudono gli occhi
Una volta
Per sempre

I nostri uomini vedono le sue ali celesti
Pure come l’azzurro del cielo
Allieta i loro cuori
Così si mettono in viaggio
E vanno da lui

Non ci importa più se qualcuno ci ama
Le bombe ci hanno liberato dalle nostre orecchie,
Con cui ascoltavamo parole d’amore
I missili ci hanno liberato dai nostri occhi
Con cui potevamo cogliere sguardi d’amore
Le parole cariche d’odio ci hanno liberato dai nostri cuori,
nei quali custodivamo gli incanti dell’amore”

Non ci interessa più
Se qualcuno ci ama
In questo mondo
“Sembra, comunque, che fosse un amore a senso unico”
Dicono i nostri anziani, stanchi dell’idea della terra
Il nostro poeta in piedi all’orizzonte
Esclama: “Liberaci da questo amore crudele!”
Poi sussurra, scusandosi
Per l’effimero ottimismo giovanile:
“Su questa terra
Non c’è nulla
Per cui valga la pena vivere”1

Non ci importa più se qualcuno ci ama
Siamo stanchi delle parole dette e non dette
Delle mani tese che non arrivano
Degli occhi aperti che non riescono a vedere
Siamo stanchi di noi stessi
In questa notte senza fine
Stanchi dell’affetto ostinato delle nostre madri
A ciò che resta di noi
Del macigno che ci tocca portare
Eterno supplizio
Da un abisso all’altro
Da una morte all’altra
E non sempre ci riusciamo

Non ci importa più se qualcuno ci ama
Che qualcuno ci accompagni
Al nostro funerale
Camminiamo in silenzio verso un ultimo vagare senza meta
Ci teniamo tutti per mano
E avanziamo da soli nel deserto del mondo

Per un attimo
Uno dei nostri figli si volta indietro
Dà un’ultima occhiata alle macerie
E dice, versando una lacrima:

Non ci importa più se qualcuno ci ama

1Un riferimento alla poesia di Mahmoud Darwish Su questa terra, dove dice: “Su questa terra ha diritto alla vita”.