Sabato 12 ottobre 2024, il Premio Bayeux Calvados-Normandie per i corrispondenti di guerra e il quotidiano Ouest-France hanno premiato, per ben 2 volte, nella categoria carta stampata, il nostro corrispondente Rami Abou Jamous per il suo “Diario da Gaza” pubblicato su Orient XXI dal 28 febbraio 2024. Inoltre, gli è stato assegnato anche un terzo premio, insieme a Fabrice Babin e Bertrand Séguier nella categoria format tv per il reportage “Gaza, in fuga dall’inferno” [“Gaza, fuir l’enfer] andato in onda sul canale streaming BFM TV. È la prima volta, nella storia del premio, che un corrispondente riceve un triplo riconoscimento nella stessa edizione.
Oltre a Rami Abu jamous, altri 3 giornalisti di Gaza – Saher Al-Ghorra, Mohamed Abu Safia e Mahmoud Hams – sono stati premiati rispettivamente nelle categorie giovani reporter (foto), televisione/Amnesty International Award e Photo/premio Nikon. Un sentito omaggio è stato reso anche al reporter Issam Abdallah, ucciso nel raid israeliano a sud del Libano il 13 ottobre 2023, alla presenza della sua collega Christina Assi e del collega Dylan Collins, sopravvissuti all’attacco.
Con la scelta di assegnare 6 premi su 10 a giornalisti palestinesi di Gaza, senza dimenticare le guerre e i conflitti in corso in altre parti del mondo – Ucraina, Haiti – o all’inumana politica migratoria europea, la giuria del Premio Bayeux ha voluto ricordare la serietà e la centralità della guerra in corso a Gaza dopo oltre un anno.
Intanto, è la prima volta, nella nostra epoca, che una guerra non può essere coperta da giornalisti internazionali, per il divieto di Israele di far entrare i giornalisti stranieri, nonostante la durata del conflitto. Solo Clarissa Ward, principale corrispondente internazionale della CNN e presidente della giuria di questa 31a edizione del Premio Bayeux, ha avuto la possibilità di entrare a Gaza senza scorta israeliana, con un’equipe medica emiratina, nel dicembre 2023. “Sì, ma sono stato solo tre ore...”, dice quasi a volersi scusare. Tuttavia, mentre il portavoce dell’esercito Olivier Rafowicz si mostra spavaldo sui canali tv francesi, e persino il primo ministro israeliano Netanyahu viene intervistato dai canali d’informazione, il divieto di far entrare i giornalisti è stato raramente – per non dire mai – menzionato dai media mainstream.
La scelta della giuria del Premio Bayeux ribadisce un aspetto del tutto evidente che, troppo spesso, viene messo in dubbio anche dai media mainstream, e persino all’interno di qualche redazione giornalistica, vale a dire che si può essere giornalista e palestinese. Vista l’assenza di giornalisti internazionali sul campo, molte redazioni occidentali ci hanno messo un po’ a dare la parola ai giornalisti palestinesi, come farebbero con qualsiasi corrispondente freelance in qualsiasi parte del mondo. Troppo spesso in varie redazioni ci sono state accuse ai giornalisti di Gaza di essere affiliati ad Hamas, un modo pretestuoso per mettere in dubbio la loro parola, come si continua a fare con il bilancio delle vittime, sistematicamente seguito dalla precisazione: “secondo il Ministero della Sanità di Hamas”. Per tutta la redazione di Orient XXI è un motivo d’orgoglio aver dato la parola a Rami Abou Jamous dal febbraio 2024, con quasi 60 articoli pubblicati.
Assegnando 6 premi ai reportage su Gaza, di cui 3 assegnati a Rami Abu Jamous, la giuria del Premio Bayeux ha voluto rende omaggio non solo ai giornalisti palestinesi che continuano a fare informazione su quanto sta accadendo sul loro territorio, ma anche ai 172 giornalisti uccisi dall’inizio della guerra. È a loro, oltre ai suoi genitori e alla sua famiglia, che Rami ha voluto dedicare questo importante riconoscimento. Speriamo presto di potergli consegnare di persona questi premi.