Sudan

Spazi culturali, spazi rivoluzionari a Khartoum

Il Sudan possiede un ricco patrimonio culturale vivente. Questo dinamismo creativo si esprime soprattutto a Khartoum attraverso numerose istituzioni private, alcune delle quali sono emerse dopo la rivoluzione del dicembre 2018. Uno sguardo sui principali spazi culturali e sulle loro ambizioni in un contesto particolarmente critico per il paese

L'immagine rappresenta un murale colorato su un muro. La scena ritrae una folla di persone che sembra celebrare o protestare, con alcune figure che sollevano le braccia in segno di gioia o di richiesta. Sullo sfondo, c'è un aereo che si staglia sopra una città stilizzata, caratterizzata da edifici e una vivace palette di colori. I colori utilizzati nel murale sono brillanti e vivaci, riflettendo un senso di energia e movimento. La composizione comunica un forte messaggio di unità e di movimento collettivo.
Affresco rivoluzionario sulla facciata del centro culturale Khatim Adlan a Khartoum
© Marcella Rubino

Il Sudan attraversa da 5 anni un periodo d’instabilità. La popolazione vive con apprensione uno stato di caos tangibile nella vita quotidiana, segnata da continue manifestazioni che causano la chiusura delle scuole, degli uffici e il blocco della circolazione in molti quartieri di Khartoum. L’incertezza regna, dopo che il colpo di stato nell’ottobre del 2021 ha posto fine al governo civile transitorio nato dopo la rivoluzione di dicembre.

Nonostante la delusione per l’interruzione del processo di transizione, molti Sudanesi, e in particolare le giovani generazioni istruite di ceto medio, continuano una lotta che, attraverso la cultura, tenta di condurre un’altra rivoluzione, più lenta e progressiva, a partire dal basso. Nonostante il contesto politico, la vitalità delle associazioni culturali e la loro volontà di allargare la propria sfera d’azione al di là della capitale e arrivare fino alle provincie più lontane sono la testimonianza concreta della persistenza della speranza rivoluzionaria.

Frequentati soprattutto da giovani, i numerosi centri culturali nati prima o dopo l’insurrezione del 2018 riflettono un dinamismo culturale che comincia ad esportarsi pian piano attraverso le traduzioni di opere letterarie, e che allo stesso tempo è sempre più apprezzato dai Sudanesi. Tra pionieri ancora attivi, nuovi centri specializzati nella letteratura e altri impegnati nella promozione della cultura popolare, il paesaggio culturale di Khartoum appare ambizioso ed entusiasmante.

“Un’oasi in un deserto culturale”

Abdelkarim Mirghani è il più vecchio centro culturale di Khartoum. È stato fondato nel 15 maggio 1998 e prende il nome dal suo promotore, un insegnante ed ambasciatore nativo di Omdurman, la più antica ed estesa delle tre agglomerazioni che formano la capitale sudanese.

Il centro Mirghani
Il centro Mirghani

All’epoca, in un contesto di repressione dominato dai conservatori e dall’esercito, la sua creazione rappresentava ciò che i membri senior del suo comitato direttivo hanno chiamato “un’oasi in un deserto culturale”. 25 anni dopo, il centro è ancora dinamico e rappresenta l’intellighenzia della capitale. Il direttore, Walid Sourkatti, ci espone le attività principali che vi si svolgono:

Il premio di creazione letteraria Tayyeb Salih è alla sua ventesima edizione; il concorso del miglior racconto per ragazzi alla quattordicesima, mentre per il festival di teatro siamo alla quinta edizione. Durante tutti questi anni abbiamo pubblicato più di 24 romanzi, una raccolta di racconti e quattro opere teatrali. Oltre a queste attività fisse, ne abbiamo anche altre occasionali: dediche di libri o conferenze su temi vari. Il centro possiede inoltre una ricca biblioteca frequentata soprattutto da studenti universitari, ma aperta a tutti.”

Il centro Mirghani si finanzia grazie alle vendite e le iscrizioni dei membri. Ma alcuni programmi ricevono a volte finanziamenti privati, come quello della società sudafricana di telecomunicazioni MTN.

Lo Stato non finanzia quasi nulla nel settore della cultura. Durante il periodo di Omar Al-Bachir (1989-2019), interveniva unicamente per censurare. Bisognava ottenere un permesso statale per organizzare una qualsivoglia attività. Da questo punto di vista, la situazione è migliorata dopo la rivoluzione : nello stato di semi anarchia che attraversa attualmente il paese, il governo ha preoccupazioni ben più urgenti che quella di controllare le attività dei centri culturali.

Se è vero che lo Stato sudanese è assente, vi sono invece altri partner che collaborano spesso con il centro Mirghani: centri culturali sudanesi e stranieri (come il British Council o l’Istituto francese di Khartoum), certe organizzazioni internazionali e anche alcune università sudanesi ed internazionali. “Purtroppo”, concludono i senior del centro Mirghani, “la maggior parte di queste attività di cooperazione sono attualmente ferme. I centri culturali stranieri non sono più attivi come una volta, i progetti di cooperazione sono molto diminuiti e numerose agenzie e organizzazioni internazionali sono andate via dal paese”

“Per una società illuminata”

Khatim Adlan è situato nel centro di Khartoum. Fondato nell’aprile 2007 con l’obiettivo di lottare, secondo le parole dei suoi dirigenti, contro ogni forma di oscurantismo, il centro s’iscrive sin dalla sua nascita in un progetto politico contestatario. Prende il nome da Khatim Adlan, filosofo e politico sudanese nato nel 1948 et impegnato nella lotta “per una società illuminata e un Sudan in pace”. La vicedirettrice Arwa al-Rabia presenta le attività del centro che “propongono un pensiero alternativo ad ogni forma di ideologia di polarizzazione e di conflitti identitari.

I nostri programmi hanno l’obiettivo di promuovere la cultura sudanese attraverso la musica, la letteratura e il cinema nell’ambito di ciò che chiamiamo degli ‘spazi neutri’ (fadha’at muhayda), nei quali chiunque può esprimere il proprio parere liberamente e indipendentemente dalla tendenza politica alla quale appartiene. Il nostro programma musicale si chiama ‘Messaggi di pace attraverso la musica’ (Rasa’il li-l-salam ‘abra al musiqa). Durante il regime islamista di Omar Al-Bachir, la musica era scomparsa dallo spazio pubblico. La televisione proponeva solo programmi religiosi e i manuali scolastici erano stati adattati all’ideologia del regime. Oggi cerchiamo di ridare uno spazio di libertà ad una società che ha visto questo spazio ridursi progressivamente negli ultimi 30 anni.

Finanziato in parte da fondi privati o provenienti da organizzazioni internazionali come il National Endowment for Democracy (NED), il centro ha subito numerose minacce da parte del regime di Bachir, che a finito col decretare la sua chiusura nel 2012. La sua riapertura avverrà solo dopo la rivoluzione che porterà alla caduta del regime nel 2019.

“Con la cultura ci innalziamo, con la cultura risorgiamo”

Nel quartiere di Manshya, con il suo cortile, le sue tre stanzette e la sua cucina, Nartaqi, fondato dalla giovane Israa Al-Rayyes nel 2020, è uno dei centri più attivi di Khartoum. Appassionata di lettura sin dall’infanzia, Israa studia medicina e si specializza in radiologia. Tuttavia, una volta ottenuto il master, la sua passione per la lettura riemerge, ispirandole quello che diventerà il suo nuovo percorso: lavorare nel campo del libro e della cultura al servizio della gioventù sudanese e della sua crescita intellettuale. Ed è appunto da quest’idea di crescere, di progredire, d’innalzarsi (nartaqi, alla prima persona del plurale) che deriva il nome della sua associazione. Israa racconta:

Quando abbiamo organizzato la nostra prima fiera del libro, subito dopo la rivoluzione, sui manifesti pubblicitari abbiamo scritto: ‘Con la cultura ci innalziamo, con la cultura risorgiamo’ (bi-l-thaqafa nartaqi, bi-l-thaqafa nanhadh). Poi, quando è nata l’associazione, lo slogano è diventato ‘Non solo il pane fa vivere l’essere umano’ (laysa bi-l-khubz wahdahu yahya al-insan).

Al centro Nartaqi
Al centro Nartaqi

Un gruppetto informale di giovani si riuniva circa una volta al mese per dibattere di letteratura, di arte o di musica. Al momento della rivoluzione, l’obiettivo principale era di facilitare la diffusione del libro cartaceo in Sudan. Questo obiettivo è all’origine della nascita di Nartaqi, pioniere in questo campo. L’associazione assicurava l’invio di volumi in varie province, comprese quelle più lontane dalla capitale, come il Darfur. Poco dopo è stato preso in affitto uno spazio dove poter organizzare diverse attività culturali: corsi di musica o di lingue straniere, la settimana della lingua araba e il “Salone Nartaqi” in cui si svolgono atelier di scrittura creativa e altri di perfezionamento linguistico con un chiaro obiettivo di educazione popolare.

Purtroppo, la situazione di instabilità e di mancanza di sicurezza che vive il paese attualmente rappresenta un ostacolo per lo svolgimento delle nostre attività. La gente non può impegnarsi né prevedere ciò che succederà il giorno in cui ha luogo un evento, un incontro o un atelier poiché le strade sono bloccate quasi quotidianamente dalle manifestazioni. L’aspetto positivo di tutto questo è che dopo la rivoluzione la censura degli spazi culturali è diminuita perché l’esercito è occupato principalmente a reprimere le manifestazioni.

Nirvana, sostenere l’edizione

La fondazione culturale Nirvana è stata creata da Mohannad Rajab nel giugno 2017. Lui stesso scrittore, trentenne, vincitore del premio Tayyeb Salih nel 2014 e del premio Zein nel 2019, Mohannad ci racconta com’è sorta l’idea di fondare questo centro, con l’ambizione di vedere il Sudan progredire nel campo culturale e recuperare il ritardo rispetto ai paesi occidentali:

Il centro organizza un premio di scrittura creativa, un premio di narrativa per ragazzi destinato ad autori under 16, un premio per la migliore casa editrice e infine un premio per la migliore copertina. Questi premi incoraggiano le case editrici a sviluppare i loro mezzi tecnici e a rispettare i diritti d’autore. Vogliamo diffondere l’idea che l’edizione è una vera professione, nulla a che vedere con l’attività barbara e incontrollata praticata in Sudan e che nuoce alla qualità delle pubblicazioni letterarie del paese.

Centro Nirvana
Centro Nirvana

Nirvana possiede anche uno studio di registrazione in cui delle opere letterarie vengono trasformate in podcast destinati a coloro i quali non hanno tempo per leggere, poi diffusi a radio Sudan, radio Omdurman o tramite piattaforme come Soundcloud.

“Quest’iniziativa”, precisa Mohannad, “cosi come altre tipo la creazione di librerie gratuite in alcune province sudanesi, sono finanziate con l’aiuto dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale USAID”. La fondazione impiega dei giovani che si occupano dell’accoglienza, dell’animazione, dell’amministrazione e degli aspetti tecnici. Sono studenti o giovani appena diplomati ai quali la fondazione offre l’opportunità di acquisire un’esperienza professionale che permetterà loro di essere più competitivi sul mercato del lavoro.

Nirvana propone numerose attività: il cineclub internazionale che si concentra su produzioni ispirate da opere letterarie, il cineclub sudanese, un club di lettura, concerti, atelier su temi culturali vari, dibattiti su diversi argomenti di società. Una volta all’anno, si organizza un importante concerto a pagamento in una grande sala di Sharia Al-Nil che permette di coprire una parte delle spese annuali. Tuttavia, per il momento la maggior parte delle spese sono assicurate ancora dai fondi personali del direttore, Mohannad Rajab.

Nuovi talenti femminili

Fondato dalla scrittrice sudanese Sara Al-Jak dopo l’epidemia di Covid-19, il centro Al-Fa’l (Ottimismo) nasce dalla voglia di valorizzare il ruolo delle donne nella produzione letteraria del Sudan. Il suo obiettivo principale è quello d’incoraggiare i nuovi talenti femminili attraverso delle formazioni.

Organizziamo ogni mese degli atelier di scrittura di 4 giorni, condotti a partire dalla narrativa femminile sudanese: abbiamo raccolto 140 romanzi scritti da donne, a cominciare dalla nostra prima autrice, Malikat Al-Dar Muhammad, fino ai più recenti. Li leggiamo uno ad uno, ne discutiamo i temi e gli stili e chiediamo alle nostre aspiranti scrittrici di ispirarsene.

Il centro Al-Fa’l porta avanti una riflessione più che necessaria sulla storia della scrittura femminile in Sudan, sulle condizioni materiali che la influenzano e sulle sue caratteristiche.

Promuovere la poesia, la lingua e la letteratura araba

La Casa della poesia (Bayt al-Shi’r) et il centro Abdallah Al-Tayyeb sono due istituzioni dirette dal professor Siddiq Omar Al-Siddiq e legate all’università di Khartoum che ne assicura in parte il finanziamento. Fondata nel 2016 per iniziativa del governo dell’emirato di Sharjah, desideroso di promuovere la poesia nei paesi arabi, la Casa della poesia di Khartoum fa parte di una rete di case della poesia distribuita tra Egitto, Tunisia, Mauritania, Marocco e Giordania. Organizza numerosi eventi tra i quali il Festival di poesia araba di Khartoum, al quale sono invitati poeti provenienti da tutto il mondo arabo, e il Forum di Khartoum di critica poetica sudanese.

Università di Khartoum
Università di Khartoum

Siddiq Omar Al-Siddiq:

Qui accogliamo tutte le correnti poetiche presenti in Sudan: la poesia classica, il verso libero e il poema in prosa, in arabo standard e in dialetto. Offriamo una tribuna libera a tutti i poeti, affinché possano dialogare tra loro. Inoltre, tutti i martedì si svolge il forum settimanale della poesia dove i giovani poeti possono venire a declamare le loro composizioni. Quest’evento è per noi un’ottima occasione per scovare i veri talenti.

Per quanto riguarda il centro intitolato al professore Abdallah Al-Tayyeb, vi si svolgono dal 2002 conferenze sulla lingua e la letteratura, per un totale di 500 conferenze fino a oggi, alcune delle quali hanno ricevuto il finanziamento della società di telecomunicazioni a capitale kuwaitiano Zain.

Il centro organizza anche un altro tipo d’iniziativa aperta agli studenti di tutte le università pubbliche e private: le munazarat, duelli verbali su soggetti vari, dalla politica alla cultura, all’economia, e svariati altri temi di società. “Siamo la sola università al mondo che organizza questo tipo di attività”, conclude fiero Siddiq Omar Al-Siddiq. “Questo ci ha permesso di essere molto ben classificati ai campionati di duelli verbali che si svolgono, per esempio, in Qatar o in Messico. All’epoca di Bachir, abbiamo anche provato a creare un ‘centro sudanese dei duelli verbali’, ma le autorità vi si sono opposte a causa del carattere fondamentalmente politico di questo genere di attività.”