Che Orient XXI fosse un mezzo d’informazione indispensabile, lo dimostra tragicamente l’attuale guerra in corso a Gaza. Dopo l’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas e dai suoi alleati, c’è stata una crescente propaganda da parte della stampa e dell’informazione mainstream, in particolare nelle trasmissioni radiotelevisive. Con ospiti accuratamente selezionati, esperti che sanno poco o nulla, commentatori che giustificano la morte di bambini palestinesi senza che le autorità garanti abbiano nulla da ridire e senza alcuna indignazione da parte dei leader politici. È anche vero che ad alimentare una tale deriva sono state alcune dichiarazioni dei membri di vari governi. E sempre con un totale rifiuto a ragionare, contestualizzare e dare un quadro storico di maggiore chiarezza. Perfino all’interno di Israele, ci sono voci più critiche.
Il risveglio dei palestinesi
Già a partire dal 7 ottobre, Orient XXI è stato decisamente contrario a questa deriva, contando su un lungo lavoro decennale per cercare di far luce sulle questioni in gioco nella guerra contro Gaza. Alcuni si sono mostrati sorpresi dal “risveglio” dei palestinesi, fingendo di dimenticare ciò che abbiamo spiegato a lungo nei nostri articoli, vale a dire che i palestinesi sono stati sottoposti per anni a una rigida segregazione all’interno dei loro territori e che il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese è stato negato per decenni. Oggi si ricorre al termine “terrorismo” per descrivere i crimini di guerra commessi da Hamas, ma si evita di parlare dei massacri commessi dall’esercito israeliano – fino ad oggi, sono oltre 10.000 i morti. A favore di Israele, viene invocato il diritto di difendersi, come se fosse il solo a detenere un tale diritto. Il diritto alla resistenza appartiene a tutti i popoli, in particolar modo a quelli che vivono sotto occupazione come il popolo palestinese.
Per anni, alcuni hanno pensato – o forse sognato – che la questione palestinese, come d’incanto, sarebbe scomparsa dall’agenda, fino a svanire gradualmente senza far rumore. Gli Accordi di Abramo imposti dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il recente riavvicinamento tra Arabia Saudita e Israele sono la dimostrazione di una simile sconsiderata convinzione.
Noi di Orient XXI non abbiamo mai creduto che la questione palestinese fosse destinata a sparire nel corso del tempo e che il carattere coloniale dell’impresa israeliana potesse semplicemente essere ignorato. Non abbiamo mai creduto che il Medio Oriente potesse essere sollevato, come dal nulla, dal peso schiacciante di ciò che comporta ogni impresa coloniale. Non dimentichiamo le sofferenze quando sono i colonizzati a subirle. Abbiamo sempre sostenuto una soluzione politica che tenesse conto di questa realtà: nel territorio storico della Palestina vivono sia i palestinesi che gli ebrei israeliani, ma i primi dominano e i secondi sono dominati. Non abbiamo alcun timore della giustizia, della libertà e dell’indipendenza che reclamano i “colonizzati”.
Contro la “polizia del pensiero”
Abbiamo bisogno di voi per continuare ad ampliare il nostro lavoro di controinformazione, soprattutto ora che c’è un clima dipolizia del pensiero senza precedenti e dove anche la libertà d’espressione viene messa in discussione. Anche per le crescenti difficoltà da parte degli inviati sul campo a riferire ciò che sta avvenendo. Ad oggi sono quasi 50 i giornalisti uccisi nella totale indifferenza, presumibilmente perché palestinesi.
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