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Libera informazione. Dall’emergenza climatica alle urgenze democratiche.

© Hélène Aldeguer pour Orient XXI, novembre 2022

Sta calando la notte sul Medio Oriente? Mentre l’Egitto ospita da alcuni giorni – e in pompa magna – il vertice COP27 a Sharm el-Sheikh con la partecipazione di tutti i leader del mondo alla conferenza internazionale sull’ambiente svuotata da ogni serio impegno, migliaia di attivisti e giornalisti egiziani continuano a marcire in cella nelle prigioni del regime di Abdel Fattah Al-Sisi. In sciopero della fame da sei mesi, Alaa Abd el-Fattah ha iniziato anche uno sciopero della sete, che sta mettendo a rischio la sua vita.

A poca distanza, Benjamin Netanyahu, inossidabile leader della destra israeliana, andrà al governo del Paese insieme a un’estrema destra religiosa e colonialista, ma anche razzista, misogina e omofoba, i cui sostenitori gridavano “morte agli arabi” durante i comizi elettorali. Molti di loro hanno partecipato ad alcuni raid contro i palestinesi a Gerusalemme Est e nella Cisgiordania occupata.

Le speranze infrante dell’Egitto nella rivolta del 2011, l’oppressione della Palestina, l’arroganza di Israele, la strategia iraniana, le migrazioni nel Mediterraneo, l’assenza di una vera politica come strumento di lotta al riscaldamento globale nei Paesi del Maghreb e del Medio Oriente: sono tanti i temi che OrientXXI ha seguito da vicino, grazie alla sua rete di quasi mille tra autrici e autori, giornalisti/e, esperti/e e studiosi/e.

Fin dal suo lancio quasi dieci anni fa, in collaborazione spesso con i nostri/e colleghi/e della rete di media indipendenti nel mondo arabo: 7Iber in Giordania, Assafir al-Arabi e Mashallah News in Libano, Mada Masr in Egitto, Maghreb émergent in Algeria, Nawaat in Tunisia, Al-Jumhuriya fondata da esuli siriani e infine BabelMed, Orient XXI ha analizzato le sfide ambientali più difficili in una zona nel complesso arida, se non desertica. Nel mondo arabo, il riscaldamento globale rischia di rendere interi territori inadatti alla vita umana dal punto di vista fisiologico.

Tuttavia, per quanto urgenti, sono questioni che continuano a non fare notizia nei media della regione. Affrontarle richiede un scrupoloso lavoro di ricerca di informazioni attendibili e inchieste sul campo spesso delicate, soprattutto quando si scontrano con forti interessi locali.

Indagare per conoscere, analizzare per comprendere, raccontare per far conoscere: sono questi i tre pilastri del giornalismo alla base dell’identità di Orient XXI. Ma costa sempre di più, e gli ostacoli – regimi autoritari che mostrano avversione per la libera informazione, sorveglianza poliziesca con strumenti sempre più sofisticati, onnipresenza di addetti alla comunicazione con il compito di inventare storie per i giornalisti – sono sempre più numerosi. Si corrono rischi mortali, è bene non dimenticarlo mai. La morte della nostra collega Shirin Abu Akleh, avvenuta l’11 maggio 2022 a Jenin per mano di un uomo armato delle forze di occupazione israeliane, ne è un tragico esempio. Israele si professa un Paese democratico, eppure non esita a far sparire giornalisti scomodi, in Egitto come in Arabia Saudita.

A questa realtà dei fatti in Palestina, Orient XXI risponde con i mezzi che ha, quelli del giornalismo. Nella primavera del 2022, siamo andati nel nord della Cisgiordania per raccogliere le testimonianze dei contadini palestinesi vessati dai coloni. Di recente, abbiamo incontrato a Tel Aviv la redazione di Haaretz, quotidiano d’area liberal che negli anni è diventato l’unico giornale in Israele a raccontare la tragedia vissuta dai palestinesi.

Ma indagare richiede risorse, tempo e tenacia. Le inchieste che abbiamo pubblicato in questo autunno 2022, sulle ingerenze politiche degli Emirati Arabi Uniti in Francia o sulla vendita di armi francesi alle fazioni straniere coinvolte nella guerra in Yemen, hanno richiesto molte settimane di lavoro per compiere una verifica incrociata delle informazioni finora in ombra.

Orient XXI, per essere accessibile a tutti/e, ha scelto di rimanere gratuito, di incrementare le sue lingue di pubblicazione: prima l’arabo prima, poi l’inglese, il persiano, lo spagnolo, e da poco l’italiano. Abbiamo bisogno di voi, del vostro contributo, del vostro sostegno per continuare e intensificare i nostri sforzi. Per contribuire a fornire un’informazione completamente nuova, originale e indipendente, stiamo lanciando in questi giorni una campagna di donazioni per un importo di 45.000 euro.

È per tutte queste ragioni che Orient XXI, che ha fatta la scelta della gratuità e dell’indipendenza, fa appello due volte all’anno ai suoi lettori e alle sue lettrici.

Un grande ringraziamento da parte del gruppo di Orient XXI Italia.

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