Nonostante la politica ufficiale, un’ondata senza precedenti di solidarietà per Gaza sta travolgendo l’Italia
L’impegno della società civile italiana nei confronti di Gaza ha raggiunto livelli senza precedenti dopo la partenza della Global Sumud Flotilla. Questa mobilitazione senza precedenti – e in totale opposizione alla politica estera del governo Meloni – è la più importante degli ultimi vent’anni. Un’ondata che continua a stupire in un Paese che ha virato verso l’estrema destra e che si diceva ripiegato su sé stesso.
“Non possono impedirci di navigare. È pur sempre mare nostrum, nel duplice significato “mare” ma anche di “madre”, letteralmente nostra madre! Il Mar Mediterraneo appartiene a tutti noi”, protesta uno degli attivisti italiani della Global Sumud Flotilla, rimpatriato il 6 ottobre 2025 dopo la detenzione in Israele. Dall’inizio di ottobre 2025, l’Italia sta vivendo un momento di solidarietà con la Palestina tanto inatteso quanto complesso da analizzare. Commentatori e manifestanti sono sorpresi da questa improvvisa ondata di mobilitazione, in particolare da parte di una generazione considerata politicamente apatica. In realtà, la stragrande maggioranza dei manifestanti è composta da giovanissimi, studenti delle scuole medie e superiori.
A differenza di vari governi europei, l’Italia, guidata da Giorgia Meloni, ha confermato che non riconoscerà lo Stato di Palestina. La presidente del Consiglio di estrema destra, fortemente atlantista, è sempre più allineata ideologicamente con il Presidente americano Donald Trump. Ha elogiato l’amministrazione statunitense e ne ha ricevuto l’appoggio in occasione di incontri internazionali. Inoltre, ha fornito un sostegno costante a Israele e non si è quasi mai espressa sulla sofferenza palestinese.
Dal 7 ottobre 2023, le manifestazioni a sostegno di Gaza nelle città italiane sono state ripetutamente vietate, violando sistematicamente la libertà di espressione e il diritto di manifestare. Il governo e le forze dell’ordine hanno così attuato “un divieto preventivo discriminatorio”, lasciando sconcertata l’opposizione disorientata1
I sindacati prendono l’iniziativa
I primi a sfidare massicciamente i divieti sono stati i portuali genovesi. Già dal 31 agosto 2025, per accompagnare il primo viaggio della Global Sumud Flotilla dopo l’estate, l’Unione dei Sindacati di Base (USB) ha organizzato una suggestiva fiaccolata.
Le nostre ragazze e i nostri ragazzi (della Global Sumud Flotilla) devono tornare senza un graffio […] Da questa regione, ogni anno partono per Israele dai 13.000 ai 14.000 container. Non lasceremo più uscire nemmeno un chiodo. Lanceremo uno sciopero internazionale, bloccheremo le strade. Bloccheremo tutto!
Queste parole, pronunciate dai portuali di Genova, sfidavano direttamente Israele che vieta ogni via di accesso alla Striscia di Gaza. La disobbedienza civile dei lavoratori portuali di Genova si è poi estesa ad altri porti italiani. Negli ultimi due anni, il transito di diversi carichi era già stato bloccato a Genova, Salerno, Livorno e Ravenna, ma senza raggiungere la portata prevista né ricevere un ampio sostegno da parte dei partiti o delle organizzazioni politiche. Il 18 settembre, a Ravenna, sulla costa adriatica, i portuali e le associazioni pacifiste hanno finalmente convinto il sindaco di centro-sinistra Alessandro Barattoni a bloccare due container di esplosivi destinati a Israele.
Giorgia Meloni di fronte alle contraddizioni del suo governo
Un altro sostegno, del tutto inaspettato, è arrivato dalla Marina Militare Italiana. Il 24 settembre, la fregata Alpino della classe FREMM (Fregata Europea Multimissione) – specializzata nell’intercettazione di droni, in particolare nel Mar Rosso contro gli Houthi e nelle acque somale contro la pirateria – è stata incaricata dal Ministro della Difesa, Guido Crosetto, di sostenere la nave a vela italiana Morgana della Global Sumud Flotilla.
L’annuncio dell’invio della protezione non ha impedito, nella notte del 25 settembre, l’attacco da parte di droni israeliani alla nave della flottiglia a bordo della quale si trovavano Benedetta Scuderi e Annalisa Corrado, due eurodeputate italiane.
A seguito di questo attacco, Giorgia Meloni, allora a New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha dichiarato, contraddicendo la decisione del Ministro della Difesa Guido Crosetto di inviare la fregata in soccorso degli attivisti italiani della flottiglia: “Non è necessario mettersi in pericolo per trasportare aiuti umanitari”. Allo stesso tempo, la premier ha confermato il suo rifiuto di riconoscere lo Stato di Palestina, a dimostrazione della posizione ondivaga del suo governo.
La questione del diritto marittimo internazionale è stata spesso sollevata nei dibattiti politici successivi all’intercettazione di oltre 40 imbarcazioni della flottiglia a partire dal 2 ottobre. Il governo Meloni è stato criticato in particolare dai partiti dell’opposizione per non aver protetto i cittadini italiani in acque internazionali, nonostante i loro annunci. La dichiarazione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani di Forza Italia, che ha dichiarato nel programma di dibattito politico su Rai 1 Porta a Porta, che “il diritto internazionale conta fino a un certo punto”, ha provocato un vero e proprio putiferio. Ciononostante, Giorgia Meloni è stata costretta a fare alcune concessioni al movimento. Il suo governo, ad esempio, ha revocato una licenza di esportazione di armi destinate allo Stato di Israele nell’ottobre 20252.
Fin dal primo attacco contro le navi della Global Sumud Flotilla, il 21 settembre, i parlamentari di sinistra avevano occupato il Parlamento, chiedendo a Giorgia Meloni di agire. Elly Schlein, leader del Partito Democratico (centro-sinistra), principale forza di opposizione alla Camera, ha condannato l’inazione del Presidente del Consiglio:
L’identità dei mandanti dell’attacco con droni alla nave della flottiglia Morgana è chiara: Israele aveva minacciato gli attivisti, affermando che li avrebbe trattati come terroristi. Si tratta di un attacco deliberato contro l’Italia, e Meloni tace, attaccando gli attivisti invece di proteggerli. Gli attivisti della flottiglia rispettano il diritto internazionale umanitario calpestato da Israele. L’unica cosa illegale è questo blocco.
Tuttavia, la sinistra di governo – alla quale la grande maggioranza dei manifestanti non fa riferimento – ha tardato a mobilitarsi, dimostrandosi acritica nei confronti di Israele nei mesi successivi al 7 ottobre. Gli appelli al boicottaggio o le condanne dei crimini di guerra o contro l’umanità a Gaza sono state a lungo marginalizzate, anche se rientrano in una lunga storia di lotte internazionaliste. La pressione della società civile ha legittimato un cambiamento nel 2025, rappresentato, ad esempio, dall’annuncio fatto nel maggio 2025 da Michele de Pascale, presidente della regione Emilia-Romagna e membro del Partito Democratico, della rottura delle relazioni istituzionali della sua regione con Israele.
“Siamo l’equipaggio di terra!”
La solidarietà ha continuato a crescere man mano che la Global Sumud Flotilla avanzava, raggiungendo l’apice durante gli attacchi contro gli attivisti in mare. Il fatto che una semplice barca a vela potesse attraversare il Mediterraneo per portare aiuti a Gaza ha sicuramente reso la causa palestinese tangibile e più vicina agli italiani, così come agli spagnoli.
Quando l’esercito israeliano ha intercettato le prime imbarcazioni, decine di migliaia di persone sono scese in strada dopo le 22:00, in manifestazioni spontanee che hanno colto di sorpresa il governo, i partiti politici e i commentatori. La flottiglia, ampiamente seguita in streaming live, ha così riacceso un sentimento collettivo che la televisione e la stampa avevano poco riportato, dimostrando un’analogia con la disconnessione osservata in molti Paesi.
Sul quotidiano di sinistra Il Manifesto, Valeria Parrella, scrittrice e giornalista napoletana, ha commentato:
Poi ogni tanto qualcuno nella storia fa una cosa enorme, e la fa per tutti, perché possa aiutare tutti a “orientarsi”, a “mantenere la rotta”. Lo stanno proprio facendo davvero gli attivisti a bordo della Flottilla: non perdono l’orientamento, tengono la rotta. Ci aiutano a difenderci dalle bussole impazzite.3
Il messaggio proveniente dal mare è stato ascoltato e la metafora marittima è stata ripresa: i manifestanti convocati dal primo sindacato italiano, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL), che il 3 ottobre aveva indetto uno sciopero generale seguito in tutto il Paese, hanno scandito lo slogan “Noi siamo l’equipaggio di terra”. Il giorno seguente, sabato 4 ottobre, una manifestazione nazionale a Roma ha riunito un milione di persone secondo gli organizzatori, creando una marea umana intorno al Colosseo.
Un segnale di rinascita dell’opposizione
In Italia è nata una nuova mobilitazione politica intorno a Gaza. Non vi sono indicazioni che sia limitata esclusivamente a questa questione internazionale: molti commentatori ritengono ora che la Palestina abbia riacceso l’opposizione italiana a Giorgia Meloni.
Sebbene la Chiesa italiana non abbia preso una posizione ufficiale, la mobilitazione cattolica italiana non è da sottovalutare. A Roma, i manifestanti, con uno striscione appeso alla statua di Papa Giovanni Paolo II, hanno chiesto al Papa, di “andare in Terra Santa, dove un Cristo muore ogni giorno”. Il defunto Papa Francesco, molto impegnato a favore della causa di Gaza, chiamava ogni sera alle 20 i cristiani rifugiati nella parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza City. E il 6 ottobre, il nuovo Papa Leone XIV ha denunciato il continuo uso del cibo come arma di guerra in conflitti come quello di Gaza.
In un’intervista alla rivista Contretemps, Maurizio Coppola e Salvatore Prinzi, membri della direzione dell’organizzazione di sinistra radicale Potere al Popolo, hanno sottolineato l’importanza delle mobilitazioni locali di sinistra e il confronto con l’antimilitarismo di un ampio settore del mondo cattolico4.
Le manifestazioni spontanee seguite all’intercettazione della Global Sumud Flotilla, gli atti di disobbedienza civile del Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali (CALP) di numerosi porti italiani e lo sciopero generale accompagnato da una manifestazione organizzata dalla CGIL illustrano la rinnovata mobilitazione sulla questione palestinese. Matteo Salvini, Ministro dei Trasporti e figura di spicco della Lega Nord (partito identitario di estrema), ha criticato aspramente la mobilitazione definendola “illegittima”. Dichiarazioni che non hanno intaccato la forza di una società civile italiana che si credeva assopita e messa a tacere.
Anche il calcio italiano ha cercato di dimostrare la propria solidarietà. In vista della partita Italia-Israele per le qualificazioni ai Mondiali, 300 associazioni pacifiste hanno annunciato una manifestazione a Udine il 14 ottobre, giorno dell’incontro, per chiedere l’esclusione della squadra israeliana dalle competizioni internazionali. L’annuncio del cessate il fuoco imposto da Donald Trump pochi giorni prima non ha impedito ai tifosi di intonare slogan contro la politica israeliana. Lo stesso governo aveva aumentato la pressione mobilitando un imponente presenza di polizia, invocando anche le leggi antiterrorismo. La partita si è conclusa con una vittoria netta dell’Italia, che ha portato alla definitiva eliminazione di Israele dalla fase finale che si terrà nell’estate del 2026 in Nord America.
Nonostante la parziale sospensione dei bombardamenti su Gaza e la minore attenzione mediatica, la mobilitazione continua con l’occupazione di numerose scuole superiori in tutto il Paese per protestare contro la politica italiana nei confronti di Gaza. Un giovane liceale romano ha scritto su Instagram: “Pensavamo che Gaza avesse bisogno di noi, ma eravamo noi ad aver bisogno di Gaza”.
1Amnesty International, “Italy: Statement expressing concern about law enforcement officials violating human rights, including the rights to freedom of expression and to peaceful assembly, on 5 October in Rome preceding and during the “National Demonstration for Palestine”, 28 novembre 2024.
2Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annunciato il 21 gennaio 2025 che le forniture di armi a Israele erano cessate dopo il 7 ottobre: non erano stati firmati nuovi contratti per due anni. Tuttavia, gli ordini precedenti firmati prima di tale data erano stati evasi, come rivelato dal quotidiano Il Fatto Quotidiano, il 4 ottobre 2025
3Valeria Parrella, Non si sono fermati, Il Manifesto, 2 ottobre 2025
4Salvatore Prinzi, Maurizio Coppola et Stathis Kouvélakis, “Pourquoi l’Italie s’est soulevée pour la Palestine. Entretien avec Maurizio Coppola et Salvatore Prinzi”, Contretemps, 21 ottobre 2025.
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