Martedì 20 agosto 2024.
Oggi ho fatto quattro chiacchiere con il mio amico Mounzer, che lavora come avvocato da quasi dieci anni. Anche lui abitava a Gaza City ed è stato costretto a spostarsi seguendo le mie stesse tappe: prima Rafah, poi Deir al-Balah. Gli ho chiesto come immaginava il dopoguerra. È una questione che mi assilla perché abbiamo vissuto già vari “dopoguerra”, e sono arrivato alla conclusione che, dopo ogni guerra, ce n’è sempre un’altra.
Gli ho raccontato del 2014. Dopo il raid israeliano che aveva causato quasi 2.100 morti, sapevo che il numero dei processi a Gaza aveva avuto un forte aumento. Così ho chiesto al mio amico quali erano le cause più frequenti e Mounzer mi ha prontamente risposto: “Le cause di successione”. Il motivo è che 2.100 morti sono un numero elevatissimo, il che comporta la risoluzione legale dei tanti contenziosi aperti legati all’eredità.
Intere famiglie cancellate dall’anagrafe
Oggi, quella cifra corrisponde al numero di morti in una decina di giorni, senza contare l’entità delle distruzioni. Cifre incommensurabili rispetto al 2014. Oggi si parla di 50.000 morti1, di intere famiglie cancellate dall’anagrafe, oltre al 70% delle case che è andato distrutto.
Secondo Mounzer: “Dopo la guerra, ci aspetta un’altra catastrofe”, quindi il mio amico ha elencato una serie di famiglie allargate che sono state completamente cancellate dall’anagrafe:
“Di norma, la legge stabilisce la successione per linea ereditaria. I figli ereditano in senso verticale dai genitori. In questo caso, le successioni ereditarie verranno stabilite in senso orizzontale di parentela, tra cugini per esempio, con contenziosi molto difficili da risolvere”. Ma la vera catastrofe, ha aggiunto il mio amico, è che non ci sono più archivi per certificare quei processi. Per la prima volta dal 1948, gli israeliani hanno dato fuoco agli archivi dei tribunali, anche a quello che viene chiamato “tabù”, vale a dire il registro delle proprietà, degli edifici e soprattutto degli appezzamenti di terreno.
Gli israeliani hanno accuratamente fatto saltare in aria il Palazzo di Giustizia, dove erano custoditi gli archivi giudiziari, oltre all’edificio che ospitava il catasto e il registro fondiario. Lo hanno fatto scientemente al fine di distruggere la società di Gaza e il suo denso tessuto sociale. Fino ad oggi, gli israeliani si erano astenuti dal farlo, era un modo di riconoscere, implicitamente, l’esistenza dei palestinesi. Adesso vogliono cancellare ogni traccia della nostra appartenenza a questa terra. È una cosa senza precedenti. Quando gli Ottomani hanno perso la Palestina, non hanno distrutto gli archivi, ma li hanno portati con sé e, nel 2022, la Turchia li ha resi accessibile al pubblico. Altri documenti di quell’epoca sono ancora oggi nei nostri archivi. Il mio amico Mounzer ne ha visti passare tanti per le cause di successione, documenti “originali, con bolli, timbri e tutto il resto”.
Nessuno sapeva dove fosse la propria casa
Chiaramente, una parte di questi archivi sono stati digitalizzati, ma molte persone contestano l’autenticità dei documenti digitalizzati. Per loro, a far fede è solo il documento cartaceo. Chi ha conservato un pezzo di carta può vincere una causa, ma per chi non ha alcun documento diventa arduo spuntarla. Ci saranno contenziosi tra fratelli, figli, zii, mentre la maggior parte della gente a Gaza ha perso i documenti che comprovano la proprietà della propria terra. Secondo Mounzer, dopo il 2014, il tessuto sociale ha cominciato a cambiare. In futuro sarà anche peggio, ci sarà una vera catastrofe, viste le nostre misere condizioni di vita, il numero di morti e l’entità della distruzione.
Ci sarà inoltre una questione legata agli orfani. A chi spetterà adottarli? Alla famiglia paterna? O a quella materna? Certo, molti bambini hanno perso il padre o la madre, ma molti altri li hanno persi entrambi. Secondo le Nazioni Unite, ci sono tra i 15.000 e i 25.000 bambini che hanno perso uno dei genitori. In molte famiglie, sono morti tutti. Mounzer ha citato l’esempio della famiglia Khorshid, una nota famiglia di Gaza City, una famiglia di ottici con vari punti vendita. Oggi sono vivi sono solo due membri della famiglia: la nonna e una delle nipoti. A chi andranno i beni dell’eredità? La nonna potrà avere la custodia della nipote? Ci saranno sicuramente una serie di udienze, dal momento che la custodia è ovviamente legata al patrimonio.
Mounzer è sicuro “che, dopo questa guerra, non ci sarà più giustizia sociale, non ci sarà più un tessuto sociale, ma ci saranno solo problemi”. Per la ricostruzione, sarà necessario dimostrare di essere proprietari di questo o quell’appezzamento, cosa che sarà impossibile senza poter consulatare il registro fondiario del catasto. Quando l’esercito israeliano decide di distruggere un luogo, rade al suolo tutto. Era già successo nel 2014: non c’era più nulla in grado di identificare una casa o un edificio. Nel quartiere di Shujaja a Gaza City, nessuno sapeva dove fosse la propria casa, perché i bulldozer avevano dislocato le macerie a 300 o 400 metri di distanza. Le macerie di un intero quartiere erano accumulate nello stesso posto. Ci sono stati tanti aspetti da gestire durante la ricostruzione. Ai tempi, la gente usava Google Maps per trovare la posizione della propria casa, poi, con il registro fondiario, è stato possibile delimitare i terreni con relative aree e confini.
Tutto questo oggi non esiste più, come non esistono più i proprietari. Il dopoguerra assomiglierà quindi a un’altra guerra, questa volta però interna alle famiglie. I sopravvissuti al genocidio saranno felici di esserne usciti vivi, ma per loro inizierà una nuova guerra: quella per la ricostruzione, per i soldi, per la riedificazione delle case. Si scatenerà una guerra per sapere chi erediterà cosa, per le ricerche, per il lascito dei figli. E soprattutto, ci saranno i traumi del conflitto sulla salute mentale. Nessuno può sapere quale sarà il nostro stato psicologico dopo tutta questa devastazione. Non ci sarà più vita a Gaza.
La guerra degli israeliani non è solo una questione di numeri, morti o case distrutte. Il dopoguerra sarà ancora più terribile, peggiore in un certo senso della guerra stessa, che ormai va avanti da dieci mesi. Credo che le conseguenze di questo conflitto dureranno ben oltre dieci anni, e intere generazioni ne pagheranno il prezzo. Ci vorranno anni e anni per rimuovere le macerie, figuriamoci per la ricostruzione. Chi sopravviverà al genocidio dovrà affrontare un’altra guerra, ancora più terribile.
1Il 15 agosto 2024, il numero totale dei morti nella Striscia di Gaza era di 40.000, vale a dire una persona su 55, a cui bisogna aggiungere i 10.000 dispersi sotto le macerie. Quanto al numero dei feriti, alla stessa data, era di 92.401. [Ndr].